domenica 23 dicembre 2012

BUONE FESTE

Auguri luminosi di buone feste a tutti...in comunione!
"OM LODAK SAMASTAH SUKINO BHAVANTU"
Possano tutti gli esseri del mondo essere felici
Shanti e pace nel cuore
Valentina

venerdì 21 dicembre 2012

Drenare e purificare: l’uso delle polveri erbali nel trattamento ayurvedico

L’ayurveda, nei suoi svariati trattamenti, prevede l’uso di oli medicati adatti a lenire e bilanciare i vari squilibri per ridare il benessere e il giusto equilibrio tale da mantenere a lungo una buona salute.
Oltre agli oli medicati, spesso, per contrastare determinati problemi si abbina a questi l’uso di alcune miscele di polveri adatte ad esfolire, purificare e nutrire i tessuti aiutando il drenaggio del sistema linfatico e la rimozione delle cellule morte e tossine dalla pelle.
Nel mio precedente articolo ( http://om-ayurvedica.blogspot.it/2012/11/cellulite-analisi-approccio-e.html) ho trattato il tema della cellulite, l’approccio ad esso e i consigli secondo alcuni trattamenti per migliorare e agire su questo inestetismo. Ora vorrei approfondire raccontando come guanti di seta grezza e polveri esfolianti, nutrienti e medicali possono ulteriormente intervenire, in piena sinergia fra loro, nel combattere adipe, tossine e stasi linfatiche.


Il trattamento Garshan, in sanscrito questa parola significa strofinare, è un massaggio che viene effettuato a secco tramite l’uso di guanti con tessuti diversi in base alla costituzione (di seta,di cotone e seta grezza). Questa tecnica ha un’azione molto rivitalizzante per quanto riguarda il sistema linfatico e il metabolismo in generale: scioglie i cuscinetti di adipe, riduce la cellulite ed ha un effetto mirato sugli inestetismi. A questo in sua combinazione spesso si fa seguire un impacco umido di erbe, farina di ceci miscelate a dell’olio per ottenere una pasta cremosa, calda e profumata: le Udvartan ( Vartan in sanscrito significa unzione) che assieme al trattamento precedentemente citato, mira ad esfoliare e purificare in modo dolce.

Un altro tipo di trattamento che prevede l’uso di polveri viene chiamato Udgarshan (Ud significa verso l’alto, verso il cuore come la linfa). Inizialmente, sulle zone da trattare, si esegue un massaggio di circa 15 minuti con olio di senape che, grazie alle sue proprietà riscaldanti, stimola la circolazione venosa. Inoltre è bene ricordare che l’Ayurveda pone molta attenzione riguardo gli oli  utilizzati; negli squilibri di tipo kapha vi è la tendenza al ristagno dei liquidi e la formazione di edemi e l’olio di senape riscalda e stimola aiutando a ridurre i grassi, eliminare i liquidi ed aumentare il tono della pelle. Successivamente a questo massaggio vengono cosparse sul corpo delle polveri che attraverso la frizione e lo strofinamento creano il calore necessario per permettere l’ulteriore eliminazione di tossine, l’aumento della circolazione periferica, l’eliminazione dei grassi in eccesso e la rimozione delle cellule epidermiche morte. A questo punto le cellule vive possono essere nutrite e la loro funzione vitale é nettamente migliorata.

Le donne indiane conoscono da generazioni i segreti della cosmesi naturale e hanno il culto della bellezza e raffinatezza ricercate nella tradizione di ricette antiche tramandate dalle istruzioni di antichi testi della cultura vedica.

Nella mia esperienza in India, durante lo stage in una clinica ayurvedica, ho avuto modo di approfondire questo interessante argomento imparando i diversi modi di applicazione. Qui di seguito potrete vedere un breve video della lezione.

lunedì 26 novembre 2012

PETALI DI...

E' in arrivo per l'appuntamento con la rubrica: IN VIAGGIO VERSO TERRE LONTANE: racconto di un Olio Essenziale...la rosa!!!! Vi aspetto per condividere con voi questa dolce, meravigliosa, antica essenza!!!

martedì 20 novembre 2012

CELLULITE: analisi, approccio e trattamento secondo l’Ayurveda


La cellulite…spesso ci ricordiamo di averla solo quando si avvicina il periodo estivo…ma in realtà questo problema, che tanto cerchiamo di combattere, lo abbiamo tutto l’anno e quindi perchè non essere costanti nell’affrontarlo?

Analizziamo il problema dalla radice:
Innanzitutto i concetti di obesità o magrezza non hanno nulla a che vedere con la condizione di cellulite; si può essere più "in carne" e non averla, come al contrario, magri e soffrirne.

Letteralmente il termine cellulite indica l’infiammazione della cellula; la cellulite è un infiammazione del tessuto connettivo che si trova sotto la cute, ma questo inestetismo non è solo un accumulo di grasso localizzato, è la conseguenza di un processo di degenerazione della microcircolazione dei tessuti adiposi.
Squilibrio ormonale, cattiva digestione o alimentazione errata, mancanza di esercizio fisico e scorretto stile di vita sono fra i fattori che maggiormente vanno ad influenzare la progressione della cellulite.

Dal punto di vista ayurvedico
La presenza di cellulite indica che il corpo ha bisogno di una pulizia profonda e di una disintossicazione, che, se non trattata, può portare a condizioni più gravi come una ritenzione di liquidi permanente.
Per l’Ayurveda la cellulite è un blocco causato da AMA (tossine o cibo non digerito\ male assimilato) e da un malfunzionamento di AGNI (il nostro fuoco gastrico): il cibo ingerito ricco di troppi grassi non viene, per così dire, bruciato totalmente dal nostro sistema digestivo e staziona all’interno del nostro stomaco per poi migrare nei tessuti generando un blocco, una stasi.

In Ayurveda la cellulite è chiamata “Vasa” che significa pesante ed è considerata uno squilibrio Kapha; gli elementi che compongono e caratterizzano questo dosha accrescono causando un eccesso con i seguenti risultati: ritenzione di liquidi (elemento Acqua), aumento del tessuto adiposo (elemento Terra).
Ovviamente in Ayurveda non si ragiona mai a senso unico, per questo motivo è importante sapere che anche il dosha Vata "colui che muove" è coinvolto e nello specifico Vyana-Vata (migliora la circolazione) e Apana-Vata (drenaggio). 
L’antico medico chirurgo ayurvedico Shushruta dice che quando i grassi saturi interagiscono con le impurità digestive (AMA), il risultato è cellulite. La chiave per combattere questo tipo di inestetismo è quindi proprio quella di abbattere il collegamento e l’aggragazione tra il grasso sottopelle e le impurità Vasa Ama.

Ma come trattare allora la cellulite per abbattere questo collegamento?
Innanzitutto va corretta l’alimentazione sostituendo cibi unti, troppo salati, ricchi di grassi e complessi (farine bianche e lievitate, pane, cibi in scatola, congelati, riso brillato, zucchero bianco) con cibi freschi e ricchi di alimenti vivi (verdure crude, cereali in chicchi e legumi ben cotti e speziati), dopodichè bisogna aumentare il fuoco digestivo con l’assunzione di tisane e spezie dalla potenza calda come ad esempio zenzero, cannella, chiodi di garofano, cardamomo e pepe.
Inutile dire che è molto importante bere e fare dell’esercizio fisico, come anche una semplice camminata veloce di 10 minuti al giorno per drenare ed aiutare il nostro sistema linfatico, privo di pompa, a ripulirsi e liberarsi dalla linfa “sporca” che ristagna.

Per quanto riguarda i trattamenti  anche in questo caso l’Ayurveda ci viene in aiuto con massaggi mirati atti a smuovere, riattivare e contrastare il tanto odiato inestetismo della pelle a buccia d’arancia in questo modo:
  •  riattivare: massaggio Neerabhyangam, già descritto in un mio precedente articolo, è il massaggio della linfa. Dalle movenze lente e delicate questo tipo di trattamento spinge la linfa verso le maggiori stazioni linfatiche per essere filtrata e ripulita.
  • smuovere: massaggio anti Kapha veloce e vigoroso con olio di sesamo oppure olio di senape dall’odore forte e pungente e dalle proprietà riscaldanti. E'possibile utilizzare anche specifici oli essenziali o mix anche se tradizionalmente non appartengono alla tradizione ayurvedica.
  • contrastare: Udgarshan, Pinda Sweda e Swedana, questi trattamenti alternati svolgono un azione riducente e riscaldante: 
  1. Il trattamento Udgarshan o Udvartana (della differenza di questi trattamenti ti parlerò prossimamente) mediante l’uso di polveri strofinate sulle parti interessate da cuscinetti riduce le zone adipose, agisce sugli accumuli favorendo il modellamento e risveglio metabolico. 
  2. I trattamenti Pinda Sveda e Svedana di avvalgono dell'azione del calore e del vapore; svolgonno un azione diaforetica efficace per favorire l'eliminazione delle tossine attraverso la sudorazione e, quindi di riflesso, risultano adatti a combattere obesità e cellulite.
Un lavoro in sinergia quindi ci permette di lavorare sia all’interno che all’esterno del nostro corpo per ripristinare l’equilibrio corretto che aiuterà a rimuovere e\o migliorare lo squilibrio legato alla cellulite.

Un consiglio?
La costanza e l’impegno sono veramente le nostre migliori amiche nella cura di questo problema. Seguire una routine corretta può davvero portare a degli ottimi risultati, non per piacere agli altri o per assomigliare alle donne che vediamo sulle riviste, ma per essere finalmente soddisfatte di noi stesse e dei nostri sforzi.

Per maggiori informazioni sui trattamenti svolti nel mio studio CLICCA QUI
Per fissare un appuntamento, un consulto o ricevere informazioni puoi scrivere a info.aromaveda@gmail.com

venerdì 2 novembre 2012

Shiroabhyanga e Oleazione: l’Ayurveda si prende cura di testa e capelli

Durante il mio stage in India, non passava giorno senza che i miei capelli venissero unti e la mia testa massaggiata…il risultato? Lucentezza, morbidezza e tono; grazie a questa esperienza ho capito perchè le donne indiane dedicano da sempre molta cura e attenzione ai loro capelli per mantenerli forti, sani e luminosi a partire da piccoli e semplici gesti quotidiani, fino ad arrivare a trattamenti specifici.

Noi in occidente, al contrario, non prestiamo molta attenzione a questo e pensando all’olio sui capelli già ci sentiamo male…

In Ayurveda il massaggio alla testa con olio di sesamo oppure oli medicati specifici viene chiamato Shiroabhyanga, da shiro che in sanscrito significa testa, ed è un trattamento che viene praticato con particolare attenzione a testa, cute, capelli, collo e spalle.
Di questo massaggio esistono testimonianze negli antichi testi di Ayurveda, di cui vorrei trarre una parte:
Oleazione della testa
Chi applica regolarmente olio di sesamo sulla propria testa non soffre di mal di testa, calvizie, ingrigimento dei capelli e nemmeno della caduta dei capelli. La robustezza della sua testa e della fronte sono aumentate; i suoi capelli divengono neri, lunghi e con radici profonde. I suoi organi di senso lavorano correttamente, la pelle del viso diviene brillante. L’olio deve essere applicato in quantità sufficiente che la testa divenga untuosa.
il Sutrasthana, Charaka Samhita

Anche il nostro cuoi capelluto, come una schiena o dei piedi, vuole essere massaggiato! E’ importante che questo trattamento venga eseguito con sfregamenti piuttosto decisi perchè in questo modo viene riattivata e stimolata la circolazione della cute importante per la crescita e la salute dei capelli. E’, al tempo stesso, un trattamento molto rilassante, dalla durata di circa 20 minuti con i seguenti benefici:
  • previene la caduta dei capelli;
  • migliora lo stato del capello e del cuoio capelluto;
  • combatte disfunzioni del cuoio capelluto quali forfora;
  • previene mal di testa e torcicollo;
  • ha effetti calmanti generando rilassamento e chiarezza mentale;
  • migliora il funzionamento degli organi di senso;
  •  favorisce il sonno.
Nello specifico, in India, spesso vengono usati degli oli medicati al posto del semplice olio di sesamo. In particolare, vi è un olio  dalle caratteristiche peculiari che viene usato solo per la testa, il Brahmi Taila. Il suo nome deriva da Brahma, il ” Creatore” dell’Universo nella mitologia hindù. E’ un olio speciale dedicato alla sola cura della testa, del sistema nervoso e dei delicati organi di senso, pacificando e stimolando al tempo stesso le funzioni cerebrali. La pianta maggiormante usata nella produzione di questo olio è  la Bacopa Monnieri, ma troviamo anche la radice di vetiver e liquirizia. La Bacopa Monnieri è conosciuta per le sue qualità antiossidanti e rigenerante-tonificanti sui capelli, mantenendoli elastici e prevenendo l’incanutimento precoce.

La formulazione del Brahmi Taila, grazie anche all’olio di sesamo che lo compone, rende  il contatto con il cuoio capelluto morbido, delicato, profumato e il suo intenso colore ne esprimono il carattere equilibrante. Praticando il massaggio con questo olio, doniamo stabilità alla mente promuovendo un riequilibrio del delicato ritmo veglia-sonno.

Posso dire che il semplice e solo massaggio alla testa è un trattamento che porta benessere a tutto l’organismo che viene armonizzato e pacificato. In accordo con i concetti indù il cervello è ritenuto essere il centro delle attività creative. Si dice che l’oleazione regolare possa aiutare a raggiungere quella stabilità stessa di Brahma avvicinandosi alle qualità stesse espresse dal Dio della Creazione.

Personalmente, dal mio ritorno dall’India, pratico settimanalmente l’oleazione di testa e capelli con un impacco che tengo tutta la notte, per lavarli la mattina dopo per far agire in profondità l’olio fino alla radice dei capelli, con ottimi risultati!

mercoledì 10 ottobre 2012

Rinforzare le difese immunitarie con l'Ayurveda: il TULSI


In Ayurveda, l'Ojas, è quell'energia sottile che ha l'importante e fondamentale ruolo nel mantenimanto della buona salute. Le sue funzioni principali sono quelle di:
  • generare energia vitale
  • dare stabilità ed energia a tutti gli organi , tessuti e sistemi
  • assicurare a rinforzare e a mantenere efficente il sistema immunitario
Molti sono i rimedi appartenenti al mondo naturale che ci vengono in aiuto per rinforzare il nostro organismo e fare da scudo a tutti quei malanni comuni quali raffreddamenti, tosse, mal di gola e influenza.
Dal propoli al polline, prodotto dalle api, dall'echinacea all'astragalo, due erbe immunostimolanti, dalla rosa canina all'acerola, all'amla, ricchissime di vitamina C, fino ad arrivare alle spezie, come curcuma, zenzero e chiodi di garofano e agli oli essenziali quali eucalipto radiata e smithii, ravintsara, niaouli, limone...

In India, durante le lezioni di erboristeria ayurvedica, ho avuto modo di conoscere anche il Tulsi, una varietà di basilico, che può essere inserito nella lista dei rimedi alternativi proprio per potenziare le nostre difese immunitarie ed essere un valido aiuto, non solo nei cambi di stagione, ma in tutti quei periodi di maggiore stanchezza e stress psicofisico.

Chiamato anche Tulasi (Ocimum Sanctum L.), originario dell'Asia, è una varietà di basilico medicinale riconosciuta come una delle piante più sacre della cultura indiana. Il suo nome significa "l'incomparabile" e l''antica tradizione afferma che la Madre Divina si sia manifestata sulla terra nella forma del Sacro Tulasi a beneficio di tutta la creazione.

Il Tulsi rientra nei componenti fondamentali della medicina ayurvedica. Diverse ricerche scientifiche hanno confermato i dati tradizionalmente noti nella medicina vedica, e la sua vasta gamma di proprietà medicinali è stata riconosciuta e utilizzata fin dai tempi antichi. Negli antichi testi viene descritto così: "... di gusto pungente con sottofondo amaro, aromatico, molto digeribile, caldo, secco, dissipatore di gas o vento (ayu o vata), distruttore di flemma (kapha), aperitivo e digestivo, fragrante, salutare e distruttore di vermi e cattivi odori."

Esistono 2 varietà di Ocimum Sanctum "Tulasi" eccellenti per le loro particolari ed efficaci proprietà medicinali:
  • Rama Tulasi dalle foglie di un verde più o meno scuro
  • Krishna Tulasi dal tipico colore violaceo
Il Tulsi è uno dei più efficaci adattogeni conosciuti: un adattogeno è un agente che aiuta l'organismo ad essere più efficace contro lo stress eccessivo, riducendone l'intensità e l'impatto negativo causato da tensioni fisiche e mentali, infezioni, malattie e stili di vita scorretti o poco equilibrati.

Quali sono i benefici del Tulsi sul nostro organismo e la nostra salute?
La sua composizione chimica è piuttosto complessa, esso contiene infatti centinaia di ingredienti benefici ben conosciuti nella farmacopea mondiale che, lavorando in sinergia fra loro si dimostrano ottimi antiossidanti, antivirali, antibatterici, immuno-stimolanti e adattogeni dando un ottimo supporto alle nostre difese naturali contro germi, disordini di varia natura e stress.
In India viene utilizzato come componente di molte ricette per il raffreddamento, la sinusite e come espettorante per la tosse grassa e il muco in eccesso. In particolare vi è una ricetta, a me molto cara, insegnatami dall'esperta in erboristeria ayurvedica in India, che ho provato e trovato molto utile durante l'influenza; vorrei condividerla per riportarvi qualcosa che sà di tradizione antica, un pò persa ai giorni nostri, ma che rimane viva nella sapiente medicina ayurvedica che da sempre si cura con la natura apprezzandone i molteplici benefici che ci apporta.
  • 1 cucchiaino di polvere di tulsi
  • 1 pezzetto di zenzero fresco
  • 1 chiodo di garofano
  • 1 pezzetto di cannella
  • 1 cardamomo verde
  • 3\ 4 palline di pepe nero
Sminuzzare le spezie con il mortaio e utilizzare la polvere come tisana, far bollire in 250 ml di acqua per almeno 5 minuti, filtrare e bere calda più volte al giorno. Assicuro personalmente l'efficacia di questo semplice preparato.

Come l'ayurveda ci inegna, il benessere e l'equilibrio non arrivano solo da un fattore di fisico, al contrario questa medicina lavora contemporaneamente sui 3 campi corpo- mente- spirito. Il Tulsi lavora a livello fisico in questo modo:
  • rafforza il sistema immunitario
  • attenua i processi infiammatori
  • favorisce i processi depurativi e l'eliminazione delle tossine
  • previene le ulcere gastriche
  • abbasa la febbre
  • aiuta la digestione
  • è di supporto alla corretta funzionalità cardiaca
  • è un ottimo rimedio per regolare la pressione sanguigna e controllare gli zuccheri nel sangue
Ma non solo, a livello emotivo:
  • agisce sull'apertura del chakra del cuore
  • sviluppa un sentimento di devozione ed amore incondizionato
  • migliora la concentrazione
  • aiuta ad avere chiarezza mentale
Ancora adesso il culto del Tulsi è vivo in India; è molto facile vedere davanti alle case almeno una pianta di Tulsi che al mattino viene annaffiata e onorata.

"...in ogni casa, villaggio e foresta, dove la pianta di Tulsi cresca,
ivi, miseria, paura, malattie e poverta' non esistono.
Tulsi sotto tutti gli aspetti e' piu' sacra tra i sacri.
Dove la brezza soffia attraversando la pianta di Tulsi
essa trasporta la sua fragranza rendendo il luogo pio e puro..."

Dal testo hindu Padma Purana

venerdì 28 settembre 2012

Ylang Ylang: olio essenziale inebriante ed evocativo


"Qui a casa, nel silenzio, sogno le armonie violente dei profumi naturali che m'inebriano. Delizia ripresa nel presagio... Una volta ero laggiù, nell'odore di una gioia che respiro nel presente."

Paul Gauguin



Apro la boccetta di olio essenziale di ylang ylang, chiudo gli occhi, annuso profondamente e...

Sono in Madagascar per evocarvi lussureggianti piante e donne che, di primo mattino, in primavera e in autunno raccolgono a mano spettacolari fiori appena schiusi, dai petali ricurvi, lunghi e stretti e di colore giallo che vengono distillati immediatamente.
Il loro aroma è ricco, opulento e inebriante, è sensuale, appena speziato e intensamente femminile. Solo all'apparenza delicato, l'ylang ylang è chiamato anche il "gelsomino dei poveri" perchè i suoi petali odorosi sono molto resistenti e consentono di effettuare fino a 4 distillazioni in corrente di vapore; dalla prima se ne ricava l'olio essenziale più volatile e intensamente profumato, il più usato in profumeria: l'ylang ylang extra, mentre dagli altri processi di estrazione si producono tre ulteriori distillati (1, 2 e completo) meno pregiati come profumazione, ma comunque utilizzati e ricercati.

In lingua malese e indonesiana ylang ylang significa "fiore dei fiori" e il suo significato in lingua tagalog ( principale dialetto delle Filippine) potrebbe derivare da ilang- ilan che significa non comune, riferibile sicuramente al suo profumo molto particolare nella sua floreale dolcezza.
Nelle isole Molucche i fiori sono immersi in olio di cocco per ottenere un unguento, il "boori-boori, da spalmare sulla pelle per nutrirla e per prevenire febbri e infezioni. Inoltre le donne lo utilizzano anche per proteggere e profumare i capelli e da questa antica usanza i colonialisti europei utilizzarono questo fiore per preparare il famoso olio di Macassar, utilizzato ancora oggi.

Attorno a me profumo di ylang ylang...

Il suo profumo soave è considerato la morfina dei nervi: scioglie le tensioni, smorza l'irrequietezza, fa bene al sistema nervoso e infonde un senso di pace. E' un essenza calda, avvolgente e morbida, lo vedo come un tessuto di velluto pregiato dal color amaranto che riscalda i sentimenti e infonde calma interiore e sicurezza in sè.
Come quasi tutte le essenze floreali è una vibrazione femminile dalle note di cuore, legato all'elemento acqua e al 2°chakra, Svadisthana, collocato nel basso ventre. Questo centro energetico ha una parola chiave che è: IO SENTO, è il centro del desiderio e della capacità di provare emozioni; il suo funzionamento eccessivo o insufficiente è causa di problemi legati alla sessualità, ipersensibilità, sbalzi d'umore, insicurezze e mancanza di stimoli e passioni. In questo caso l'ylang ylang può essere utilizzato in olio vegetale per massaggi o in diffusione ambientale per equilibrare questi disturbi.

Dalla boccetta aperta di ylang ylang extra lui, ora, nel suo linguaggio vibrazionale mi parla...

" Aspetta NO! Non scappare, non ritrarti, non giudicare, non avere paura di ascoltarmi.
Sono giovane, forte, impetuoso, arrivo con potenza.
Ascolta, ascolta fino in fondo la mia infinita vellutata passione e dolcezza.
Arrivo da una Terra lontana, dal vento la mia essenza è trasportata e dal vento, dentro ad esso, rimane il mio eco...
Sono caldo, rotondo, ti avvolgo nel mio abbraccio. Di porpora ed amaranto in questi colori ti contorno.
Salgo alla mente poi discendo: IO MI TRASFORMO in luminosa luce
e spalanco i sensi su antiche visioni dove divento Principe assoluto dalla piena presenza"

Siate curiosi e stimolati nel conoscere e provare personalmente gli oli essenziali, senza avere fretta, vi assicuro ne sarete premiati...come piano piano, lungo il mio percorso, sto facendo anch'io.







mercoledì 12 settembre 2012

Un'antica tradizione: l'olio di cocco

Utilizzato da secoli nei Paesi tropicali, l'olio di cocco si ottiene dalla spremitura della polpa essiccata dei frutti della pianta Cocus Nucifera. La sua particolarità, rispetto i diversi altri oli vegetali che conosciamo, è quella di solidificare alla temperatura di 18\ 20°, per cui nella stagione calda lo troviamo sottoforma di olio, mentre in quella fredda si presenta sottoforma solida simile ad un burro.

Dal delicato e gradevole profumo tipico, questo olio evoca l'estate e ci ricorda le spiagge e il sole, ma l'olio di cocco non significa soltanto questo, ha infatti impiego nel campo della cosmetica naturale ed è da millenni entrato in uso nelle tradizioni delle popolazioni tropicali grazie alle sue proprietà. Infatti la sua caratteristica principale lo vede al primo posto fra gli oli lenitivi e rinfrescanti.

Nella tradizione ayurvedica è considerato il "principe" dei rinfrescanti ed è impiegato come base e veicolo in alcuni oli medicati utilizzati principalmente per i trattamenti alla testa e ai capelli perché favorisce l’eliminazione del calore in eccesso funzionando quindi da termoregolatore.
Adatto alle costituzioni pitta, di natura calda, è ottimo specialmente nei periodi caldi poichè il suo potere rinfrescante ne contrasta i disturbi legati all'eccesso di calore quali irritazioni cutanee ed infiammazioni.
Data la sua natura lenitiva è adatto per la cura della pelle dei neonati; nutre, idrata a fondo, mantiene l'umidità della cute e penetra perfettamente senza lasciare sensazioni di untuosità.

Quest'olio è particolarmante utilizzato anche per la cura del cuoio capelluto tramite impacchi, massaggiando efficacemente la cute per stimolarla; è un ottimo rimedio in presenza di forfora secca, desquamazione e prurito restituendo una chioma morbida e lucente.

Curiosità: nelle isole Molucche, le donne preparano un balsamo dalla macerazione al sole dei fiori dell'Ylang Ylang in olio di cocco con il quale si cospargono i capelli. Utilizzato già all'inizio del secolo è giunto a noi con il nome di "olio di Macassar" tramite gli imperi coloniali come stimolante della crescita. Le proprietà di questo fiore si legano molto bene a quelle dell'olio di cocco e non avendo a disposizione sul nostro territorio i fiori freschi, è possibile aggiungere qualche goccia di olio essenziale di Ylang Ylang al nostro olio di cocco per rievocarne la fragranza.

Da un'antica tradizione millenaria ai giorni nostri, l'olio di cocco può essere un prezioso alleato per il nostro benessere.


domenica 12 agosto 2012

IN VIAGGIO VERSO TERRE LONTANE: racconto di un Olio Essenziale

Vi presento la nuova rubrica dove ogni mese, a partire da settembre, parlerò di un Olio Essenziale, delle sue proprietà, dei suoi usi e non solo...resterò in ascolto della sua "voce" per sentire ciò che porta.

mercoledì 25 luglio 2012

Othadam, minuscoli boli per il viso


L'Ayurveda racchiude in sè l'insegnamento di medicina, filosofia e disciplina di vita per il benessere profondo. Interviene sul piano fisico, mentale, emozionale e spirituale dell'individuo mettendo al centro il mantenimento dell'equilibrio per una buona salute.
I massaggi e i vari trattamenti eseguiti hanno un ruolo fondamentale in questa ricerca e sono "ritagliati" a misura su ogni persona proprio per l'individualità che ci caratterizza. Siamo tutti una scintilla del Divino, uguali in questo senso, ma anche molto diversi perchè ogni vita ha una storia e per questo anche ogni disturbo o squilibrio può avere gli stessi sintomi ma non la stessa radice. 

Col termine swedana si designano tutte le pratiche in cui si espone il corpo al calore con lo scopo di provocare sudorazione ed accrescere l'elemento fuoco sulla pelle.
I follicoli piliferi, sottoposti al calore, aumentano la traspirazione ed i tessuti grassi permettono una migliore espulsione di ama ( tossine) dall'interno del corpo; inoltre attraverso il calore il principio attivo delle erbe contenute nei boli penetra nella pelle e nei tessuti apportando il beneficio delle loro proprietà
Le terapie swedana alleviano i disturbi reumatici, apportano vigore e calore, migliorano il tono muscolare, la circolazione sanguigna contribuendo a rimuovere i ristagni e le ostruzioni; inoltre  ringiovaniscono i tessuti e migliorano la carnagione.

Il massaggio Othadam (tamponamento a caldo a secco) è una variante del Pindasweda. Ha un effetto terapeutico delicato, tridoshico e aromatico. E' un tamponamento tiepido con sacchetti contenenti composti erbali e floreali, spezie, polveri o farine di cereali. Questo trattamento fa sudare molto ed ha proprietà rilassanti, depurative, antidolorifiche. L' Ayurveda usa gli Othadam per dare sollievo in particolari circostanze quali: insonnia, crampi mestruali, stitichezza, mal di schiena, artrosi, colite, eccesso di liquido, raffreddore e sinusite.

Come poco sopra ho detto, il calore permette ai pori della pelle di dilatarsi e per questo motivo, spesso li utilizzo anche per i trattamenti al viso. 

 sandalo e petali di rosa per pelli pitta
Minuscoli boli all'interno dei quali, asseconda del tipo di pelle da trattare, unisco impacchi diversi di polveri e fiori con proprietà lenitive e nutrienti, rinfrescanti e decongestionanti o purificanti. 

preparazione di othadam con polvere di tulsi e fiori di lavanda per pelli vata

sabato 21 luglio 2012

VASTI, i trattamenti ayurvedici localizzati

foto scattata durante il mio stage in India: il Netra Vasti

Generalmente, parlando di trattamento ayurvedico, pensiamo ad un massaggio completo anche se non sempre è così; esistono molti massaggi parziali che trattano specifiche parti del corpo quali piedi, mani, schiena, viso e testa. Ad ognuna di queste parti viene dedicata un’intera sessione di massaggio con l’attenzione atta ad eliminare blocchi, tensioni, contratture e dolori.

Esistono quindi diversi tipi di massaggio ayurvedico dove le movenze, la forza, la velocità, il ritmo e gli oli utilizzati spesso cambiano in base alle necessità, alle caratteristiche e alla tipologia della singola persona. Il corpo umano è paragonabile ad un paesaggio e proprio come questo presenta sia monti che valli. L’energia talvolta tende a ristagnare in questi avvallamenti creando così tossine, tensioni e disturbi di vario genere che possono essere alleviati in maniera più indicata tramite specifici trattamenti.

Con questo articolo vorrei parlarvi del Vasti, questa è una pratica che prevede un vero e proprio bagno d’olio medicato  localizzato su alcune parti del corpo specifiche quali cervicale, schiena, addome, petto, ginocchia, testa e occhi…

In seguito ad un breve massaggio, si prepara una pasta di acqua e farina di ceci, dalla consistenza dell’impasto per il pane, con la quale si prepara una sorta di anello per circoscrivere la zona interessata facendo in modo che aderisca alla pelle. Dopodichè si versa al suo interno l’olio medicato caldo adatto allo squilibrio da trattare da tenere in posa dai 30 ai 45 minuti, sostituendolo sempre per evitare che si raffreddi.



In questo modo si svolge un’azione di lubrificazione profonda che aiuta ad alleviare e curare vari tipi di dolori e problematiche.

Diverse applicazioni:
  • KATI VASTI: finalizzato sulla parte bassa della schiena per tutte le patologie legate alla spina dorsale, alle lombari quali infiammazioni, scoliosi, spondilosi, sciatica, contratture e rigidità
  • NEELA VASTI: nella parte anteriore del collo, per tutte le problematiche legate alla voce e alle corde vocali.
  • GREEVA VASTI: applicazione sull’area cervicale adatta ad alleviare torcicollo, tensioni e rigidità
  • NABHI VASTI: questa applicazione viene fatta sull’addome, in corrispondenza del terzo chakra Manipura, appena sopra l’ombelico; il trattamento che viene fatto è finalizzato a rafforzare l’assorbimento delle sostanze nutritive migliorando disturbi come colon irritabile, costipazione e inappetenza. Inoltre questo è un centro energetico molto importante, é la sede della digestione sia dei cibi che delle emozioni e trattandolo nel modo corretto si può avere anche un riscontro a livello emozionale a causa del rilascio di tossine ed emozioni profonde.
  • HRID VASTI: applicazione sul petto nella zona energetica che corrisponde ad Anahata chakra, il chakra del cuore, fonte dell’amore incondizionato. A livello sottile rilascia profondi e radicati sentimenti di rabbia e tristezza alleviando le tensioni accumulate, mentre svolge sul corpo un azione buona per asma, tutti i problemi bronchiali e respiratori.
  • JANU VASTI: quest’applicazione viene fatta sulle articolazioni del ginocchio lubrificando e disinfiammando la cartilagine, migliorando la circolazione, è adatta alla riabilitazione dopo un intervento chirurgico e per le osteoartriti.
  • NETRA VASTI: applicazione sugli occhi; in questo caso l’olio medicato viene sostituito dal ghee tiepido ( burro chiarificato) alleviando secchezza, bruciori, affaticamento, congiuntivite cronica; inoltre corregge errori di rifrazione e rinfresca l’occhio.
  • PICHU: applicazione sulla zona al centro fra le due sopraciglia, Ajna chakra il terzo occhio. Questo trattamento ci permette di entrare in uno stato vigile di rilassamento molto profondo rallentando il flusso dei pensieri e lasciando spazio ad una lucidità e presenza fondamentali per un completo benessere. 
  •  SHIRO VASTI: applicazione nella parte alta della testa mediante un particolare copricapo. Questa è una delle pratiche più antiche descritte in Ayurveda, ha lo scopo di armonizzare l'attività della mente rendendola più calma e vigile; la sua pratica rafforza la memoria e la concentrazione ed è un buon rimedio, grazie all'uso di oli medicati specifici, contro la caduta dei capelli. 

Trattamenti svolti nel mio studio a Milano
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      sabato 30 giugno 2012

      Shirodara: l'olio sulla fronte

      I trattamenti e le terapie dell’antica disciplina ayurvedica sono molteplici, ognuna di loro svolge funzioni ben precise atte al mantenimento dello stato di equilibrio del microcosmo: il nostro organismo umano, dal corpo alla mente.

      Con questo articolo vi voglio portare la descrizione di un particolare trattamento che, per lo stato di rilassamento unico che produce, è considerato il simbolo dell’Ayurveda.
      Shirodara, che tradotto letteralmente dal sanscrito, significa “flusso continuo sul capo” (da shiro: testa e dhara: colata, flusso) è un trattamento durante il quale viene fatto colare un flusso continuo di olio caldo sulla fronte, preceduto dal massaggio completo del corpo, con particolare attenzione alla parte della testa.

      La gentile e lieve pressione del flusso stimola dolcemente molti punti energetici situati fra la fronte e l’attaccatura dei capelli fra i quali la zona del sesto chakra, al centro delle sopracciglia, chiamato a anche “terzo occhio”, producendo molteplici benefici.

      E’ una terapia purificante e rigenerante designata ad eliminare le tossine emozionali e gli stati mentali negativi quali stress, disturbi e squilibri legati alla mente, calmandola da ansia, irritabilità, insonnia ed instabilità. Secondo le antiche scritture, infatti, questo trattamento è il miglior rimedio per calmare il dosha Vata; in particolar modo il subdosha Prana Vayu, responsabile della formazione del pensiero e di tutta l’attività del sistema nervoso centrale.

      Il rivolo costante di oli medicati lasciato fluire per circa 20 minuti, viene mosso costantemente dall’operatore, oscillando lentamente e delicatamente da un lato all’altro della fronte portando così il ricevente ad entrare in uno stato di benessere totale e profondo per contribuire al pieno recupero dell’essenziale vitalità del corpo. Inoltre, la pratica di questo speciale trattamento, lavora anche su disturbi più fisici, riducendo emicrania e mal di testa, migliorando l’attività degli organi di senso, favorendo la crescita e il rinforzamento dei capelli e donando alla pelle del viso un aspetto più luminoso.

      Ho provato personalmente questo meraviglioso trattamento durante il mio stage in India, la sensazione che lascia e’ di vero rilassamento e di unione fra il corpo materiale e la mente. Ti trasporta in uno stato interiore di ascolto diretto con cio’ che sono i propri sensi ed il proprio rumore interiore che, piano piano, si acquieta lasciando spazio a quel sacro silenzio  che ognuno di noi dovrebbe ritrovare ogni tanto…
      ...Come le acque calme di un lago si pacifica il nostro spirito ed il tempio- il corpo- che lo contiene.

      sabato 28 aprile 2012

      Il Panchakarma, intervista alla Dott.ssa Sadbhawna Bhardwaj


      Nella tradizione filosofica e medica indiana, il corpo viene considerato il tempio dove risiede la nostra anima. Per questo motivo si dice che gli dei ci abbiano donato le arti mediche, per fare in modo che, grazie ad uno stato di equilibrio e perfetta salute, possiamo adempiere al compito individuale di crescita spirituale.

      Il Panchakarma costituisce la principale terapia di purificazione, liberando, attraverso vari trattamenti, ogni tipo di tossicità dal corpo e dalla mente. Il termine Panchakarma è composto da due parole: panch che in sanscrito significa cinque e karma che significa azione; questo sistema usa quindi cinque categorie d’azione atte ad eliminare le tossine dal nostro organismo e qualsiasi cosa ad esso estranea.
      Perché anche se la”malattia” o squilibrio può portare gli stessi sintomi da individuo a individuo, a volte la radice della causa non è la medesima, per questo è importante durante questo trattamento essere affiancati da un Vaidya, medico ayurvedico, che attraverso una diagnosi individuale può consigliare il miglior iter da seguire.

      Con questo articolo vorrei portarvi a conoscere un pò più a fondo come Ayurveda si occupa del corpo, attraverso la sua “pulizia” interna tramite una breve intervista fatta a Sadbawna Bhardwaj,  Dottoressa presso la scuola AIMA Ayurveda e Maestra in questo mio percorso.

      Gentile Dott.ssa Bhardwaj, potrebbe spiegarci su cosa si basa l’approccio al paziente e la sua analisi da parte del medico ayurvedico ( molto diversa da quella occidentale) prima di effettuare i trattamenti di panchakarma?
      In India il medico ayurvedico mette a frutto tutta la sua esperienza e sensibilità direttamente sul campo, attraverso visite in cui l’approccio al paziente deve badare a tutti gli aspetti della persona: fisico, psicologico, psicosomatico, percettivo ed eventualmente anche spirituale.  La visita sarà perciò più esauriente e la “diagnosi” più precisa, quanto più il medico ayurvedico sia esperto ed allenato al tipo di osservazioni sul paziente che l’Ayurveda prevede. Innanzitutto è sempre d’obbligo che il paziente si incontri direttamente con il medico, di persona intendo, per poter avere un’idea iniziale immediata data dalla sensibilità e dall’abitudine ad usare tutti i 5 sensi, il medico ayurvedico tenta di cogliere particolari fisici e psicologici della persona quasi subito, dopo ciò inizia una serie di osservazioni che vanno dall’analisi della lingua a quella delle rughe sul viso, alla palpazione diretta dell’addome in molti casi e culminano con l’auscultazione del polso (o delle tre dita, detta Nadi Pariksha), metodo diagnostico basato sul tipo di eziologia presente, sul numero di battiti e sulla loro qualità auscultati in ogni sede dei 3 dosha o tre umori che compongono la fisiologia umana.  A seconda del tipo di pressione delle dita (superficiale o profonda) e con l’opportuna esperienza, il “Vaidya” (nome tradizionale del medico ayurveda in India), individuerà il punto d’origine del o dei disturbi, l’organo o gli organi scompensati o sofferenti se ve ne sono, e l’entità esatta dello squilibrio fisiologico dei dosha che in quell’esatto momento sta rilevando. E’ chiaro che il sistema diagnostico e l’approccio al paziente sin qui suggerito, sia già enormemente differente dal tipico approccio occidentale, a cominciare dalla ricerca nell’Ayurveda della/e causa/e dei disturbi e delle malattie laddove vi fossero, non semplicemente analizzando i sintomi, che passano così in secondo piano inizialmente, ma che poi vengono analizzati per indagare una loro correlazione comprovante ciò che il Vaidya ha percepito e capito dalla sua tecnica e dalla sua esperienza.  Comunque alla fine della visita ayurvedica, per così dire, i consigli e le eventuali prescrizioni mediche sono mirate ad un completo recupero ed un riequilibrio della fisiologia dei 3 dosha, espellendo inizialmente le tossine in eccesso e ripulendo , quindi, il sistema corporeo per poi far attecchire la reale cura e se necessario modificare la sua alimentazione in base a costituzione, abitudini, stagione corrente e squilibrio.    Insomma una cura totalmente personalizzata e unica, di cui potrà beneficiare solo e solamente il paziente direttamente analizzato e non sicuramente “Vendibile” come cura universale per tutti i portatori dello stesso disturbo, in quanto ognuno di noi differisce categoricamente, seppure fosse per posologia o durate dell’eventuale cura.   I trattamenti di panchkarma, massaggio e quant’altro della tradizione ayurvedica, gli esercizi Yoga o di Pranayama (controllo della respirazione di cui gli indiani sono maestri), di idroterapia e/o termali, sono sempre compendio di ogni buona cura in Ayurveda.

      Potrebbe descrivere brevemente  a chi possono servire queste tecniche di panchakarma?
      La Scienza e dottrina medica dell’Ayurveda nella sua completezza, utilizza in India, le tecniche di Panchkarma come perno cardine iniziale per la prevenzione, il mantenimento della salute personale e l’approccio alla cura da ogni malattia possibile, quindi, possono in realtà essere utili a tutti, ma non sicuramente tutti i metodi in essa contenuti sulla stessa persona o nello stesso iter curativo.   L’utilizzo di un karma piuttosto che di un altro e tra questa categoria, quale sia il più giusto come iter curativo, lo stabilisce sempre il Vaidya o medico ayurveda.   si provvederà in seguito, una volta stabilito il percorso di trattamenti, istruire il o i terapisti che affiancano il Vaidya per l’esecuzione materiale dei trattamenti.  Ricordiamo che la tipologia dei trattamenti si dividono in 2 categorie preliminari dette “Poorva karma” e 5 macro-categorie di trattamenti depurativi vari (panch=5 + karma=azioni)    tra :   Snehana (oleazione interna ed esterna) e swedana  (terapie di sudorazione del corpo) come poorvakarma,  vamana (tecniche di emissione terapeutiche), virechana (tecniche di purgazione terapeutiche), basti (tecniche di idrocolonterapia manuali specifiche), nasya (tecniche di purificazione dei sensi e della mente), raktamokshan (tecniche del salasso chirurgico terapeutico)

      Per quali tipi di squilibrio è consigliato questo tipo di trattamento?
      Esistono delle controindicazioni?
      Ogni squilibrio risente della pulizia profonda che il sistema Panchkarma sa donare, se fatto con perizia.  nell’approccio iniziale il sistema Panchkarma è facilmente adattabile ad ogni situazione perchè costruito attorno alla vita a 360°, i rigidi canoni che l’Ayurveda richiede ai suoi metodi, che quindi devono avere il maggior impatto possibile sui Dosha “Viziati” (eccessi dell’umore fisiologico rilevato ed ormai degenerato alla stregua di tossine)  eliminandoli ed il più basso possibile come disagio collaterale fisico e psichico, che comunque si potrà controllare con un lavoro specifico sulla volontà e sulla sicurezza psicologica di chi lo riceve, attraverso opportuni incontri di yoga e meditazione appositamente studiati.   Nessun disagio collaterale, invece, a livello chimico o di intolleranze sarà presente dato l’utilizzo di prodotti assolutamente naturali sia nei trattamenti che nella performazione dello speciale menù alimentare.
      In conclusione, non dimentichiamo, comunque, che da solo il Panchkarma è in grado di eliminare solamente gli eccessi prodotti dallo squilibrio della nostra costituzione fisica individuale e preparare la strada ad un riequilibrio vero attraverso l’eventuale cura che lo seguirà, sempre sotto l’occhio vigile del vaidya!

      Concludo così dicendo:
      …ogni persona è un mondo a sè, un’anima con una storia di vita mai uguale. L’Ayurveda è un antico sistema di cura olistico, una filosofia di guarigione della persona nella sua interezza.
      Con l’Ayurveda è possibile prendersi cura di quell’anima e del corpo che la ospita.
       

      sabato 7 aprile 2012

      TRIPHALA, UN PREZIOSO RIMEDIO AYURVEDICO PER LA NOSTRA DEPURAZIONE

      La primavera è arrivata e nell’aria se ne sente già il profumo; in questa stagione la natura si dà da fare, tutto sembra vibrare: gli alberi e i prati iniziano a fiorire donandoci i loro colori, gli uccellini si preparano a costruire i nidi per dare alla luce una “nuova” vita. In primavera tutto piano piano si risveglia dal torpore invernale e  il nostro fisico sente il bisogno di volersi depurare.
       
      Durante il periodo invernale siamo in una sorta di “letargo” dove tendiamo ad accumulare e spesso, a causa del nostro stile di vita e dell’assunzione di cibi grassi, pesanti e complessi, il nostro fuoco gastrico diminuisce la sua potenza e rallenta la digestione  lasciandoci un senso di pesantezza e qualche tossina in più che disturba il nostro stato di equilibrio.

      In Ayurveda le tossine vengono chiamate ama e sono il risultato del cibo non completamente digerito o troppo ricco di proteine animali che staziona nello stomaco e nell’intestino e che col tempo, se non si riesce ad espellerle, fermenta andando ad accumularsi nel colon e intasando i nostri canali linfatici e sanguigni. E’ importante sapere, inoltre, che ama nel corpo non sono solo le tossine fisiche, ma anche quelle legate allo stato emotivo per cui nervosismo, ansia, paura, gelosia ed ira a volte represse hanno un effetto nocivo sui nostri organi interni ed imparare a liberarsi di queste emozioni negative ci fornisce un ulteriore elemento per raggiungere il benessere; per questo assieme alle terapie fisiche, vengono spesso abbinate e consigliate pratiche che facilitano il rilassamento quali lo yoga, il pranayama e la meditazione.

      Un rimedio ayurvedico molto utile alla depurazione del nostro organismo, partendo proprio dall’intestino, è la Triphala. Il termine “Triphala” significa “tre frutti”, la ricetta di questo tradizionale integratore a base di erbe risale a migliaia di anni ed è menzionata nei tradizionali testi indiani “Charak” e “Sushrut Samhitas” (1500 a.c.).

      La Triphala è considerato un rimedio tridoshico avendo effetti bilancianti e ringiovanenti sulle tre forze che governano e costituiscono la vita umana: Vata, che regola il sistema nervoso e tutti i movimenti sia fisici che mentali, Pitta che mantiene il processo metabolico e digerisce e trasforma cibo, nutrimento ed emozioni e Kapha, che dà supporto all’integrità strutturale ed è responsabile della lubrificazione di organi e tessuti e del sistema immunitario.

      Questa preziosa preparazione è formata, in parti uguali, da: Emblica officinalis ( Amalaki o amla), Terminalia Chebula (Haritaki) e Terminalia Bellerica (Bibhitaki) ed è considerata, in Ayurveda, uno dei più importanti  rasayana. Il significato vero del termine è nutrire in modo adeguato ogni parte del corpo allo scopo di ritardare il processo di invecchiamento, promuovendo la salute, l’immunità e prolungando una buona vita.

      AMLAKI, dal sapore aspro, è un tonico rinfrescante, viene utilizzato per trattare gli squilibri di pitta come ulcere, stati infiammatori di stomaco e intestino, eruzioni, stati congestivi del fegato e sensazioni di bruciori in tutte le parti del corpo; inoltre è ricchissima di vitamina C, ne possiede la più alta concentrazione in natura, circa 20 volte il contenuto di un’arancia.

      HARITAKI è considerato particolarmente benefico per trattare gli squilibri di vata; il suo sapore è amaro e ha proprietà lassative, antispasmodiche, lubrificanti ed antiparassitarie. E’ un’ottimo rimedio per gli stati di costipazione acuta e cronica, ansia, irrequietezza e sensazione di pesantezza fisica. Dei tre frutti che compongono la Triphala, l’Haritaki è quello che ha le più spiccate caratteristiche  lassative.

      BIBITAKI ha come obbiettivo quello di curare gli squilibri di kapha, il suo gusto primario è astringente mentre quello secondario è dolce, amaro e pungente e le sue principali proprietà sono astringenti, toniche, digestive ed antispasmodiche; nello specifico bilancia e purifica gli eccessi di muco, cura le affezione bronchiali, l’asma, le allergie e il singhiozzo.

      Questo meraviglioso composto è energeticamente equilibrato, non prevalgono in esso ne proprietà “calde” ne “fredde”. Se assunto costantemente per un periodo prolungato provocherà, in modo lento, ad una eliminazione e purificazione di ama da tutti i tessuti del corpo. Lo si può trovare sottoforma di churna ( polvere) o anche in capsule, più semplici da prendere e se ne consiglia l’assunzione di 2 al giorno la sera prima di coricarsi con una tisana calda.

      Un famoso detto popolare indiano recita: “Non dispiacerti se non hai una madre sino a quando possiedi del Triphala”, l’origine di questa frase è che si ritiene che la Triphala sia in grado di proteggere gli organi interni del corpo, così come una madre si prende cura dei propri figli.

      http://www.farmacistionline.net/triphala-un-prezioso-rimedio-ayurvedico-per-la-nostra-depurazione.html 
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      giovedì 1 marzo 2012

      unguento delicato per il massaggio al viso

      Spesso la pelle del nostro viso è molto piu delicata di quella del corpo, può soffrire di secchezze, irritazioni, essere grassa ed untuosa oppure poco luminosa e priva di tono.
      Dalla natura abbiamo un ottimo aiuto per la nostra pelle e non solo...
      gli oli essenziali vibrano anche a livello più sottile ed il loro profumo agisce in modo benefico anche sulla nostra psiche.

      In seguito al post che ho scritto sul massaggio al viso, ho autoprodotto un unguento delicato da usare proprio per questo trattamento in sostituzione dell'olio vegetale. Gli ingredienti e le loro proprietà sono:
       
      L'olio di cocco, dalla tradizione ayurvedica, è un alleato per la pelle pitta, è un ottimo rinfrescante ed agisce in modo delicato su irritazioni ed infiammazioni.

      L'olio di jojoba è delicato, nutriente, elasticizzante e poco unto per queste sue caratteristiche è adatto sia per pelli vata che per pelli kapha.

      La cera d'api è usata fin dall'antichità in tutte le medicine e racchiude due proprietà fondamentali: é protettiva creando un sottile film sulla pelle ed è disseccante avendo in sè un ottimo potere cicatrizzante. In ayurveda viene anche utilizzata per nutrire le articolazioni.

      Gli oli essenziali di incenso, benzoino ed ylang ylang fra le loro caratteristiche hanno quella di svolgere un azione lifting e antirughe, l'olio essenziale di ylang ylang, inoltre, è prezioso per essere lenitivo contribuendo a migliorare lo stato affaticato della pelle mista o grassa. Essendo un ottimo sedativo nervoso promuove un profondo e piacevole stato di rilassamento. 

      La sua e leggera consistenza lascia la pelle morbida e nutrita ed il suo piacevole profumo è cibo sano per la nostra psiche.

      martedì 28 febbraio 2012

      Mukhabhyangam, il massaggio ayurvedico al viso


      Il nostro viso ci presenta e ci caratterizza, e con tutte le sue espressioni parla un linguaggio che non si può udire. 
      Il colorito e la luminosità spesso ci indicano il nostro stato di salute sia fisica che psicologica. Nella tradizione Ayurvedica ogni trattamento ha un valore terapeutico ed agisce sui tre piani corpo- mente- spirito; oggi vorrei parlarvi di quello dedicato alla bellezza e salute del nostro viso: il Mukhabhyangam.

      Dal sanscrito "mukha" significa viso e "abhyangam" deriva dai due termini sanscriti "abya" e "angam" che significano manipolazione del corpo. Il Mukhabhyangam è il massaggio al viso che con sapienti movenze, lente e delicate, è in grado di donare un benessere sia sul piano fisico che su quello mentale portandoci ad un profondo stato di rilassamento.

      Andando a lavorare sul viso interagiamo per prima cosa sull'organo pelle favorendone la luminosità, l'idratazione cutanea e il ricambio cellulare; inoltre le rughe d'espressione vengono spianate lasciando spazio ad un viso più disteso.
      Contemporaneamente il massaggio lavora su numerosi muscoli, più di quindici che, spesso, anche se non ce ne accorgiamo, sono tesi e contratti; con questo trattamento sciogliamo tutte le tensioni, tonificando. 
      Inoltre nel viso sono presenti molti punti marma, che la millenaria tradizione ayurvedica ci insegna siano punti "segreti" importanti per la circolazione del Prana, la nostra forza vitale, che stimolati agiscono sul mantenimento dell'equilibrio sia a livello fisico che più sottile.

      lunedì 6 febbraio 2012

      Bevanda ayurvedica che ci riscalda!

      In questi giorni di freddo il nostro corpo dev'essere nutrito e riscaldato nella maniera corretta.  
      Le spezie possono essere delle validissime alleate anche in questo campo: il freddo

      Virya è la potenza insita in ogni pianta, che l'ayurveda definisce come energia riscaldante o rinfrescante e che coincide con la sensazione termica che proviamo nel nostro corpo dopo aver assunto una certa erba. Questa dipende dai rasa, parola sanscrita che indica il sapore ( anche se, in realtà, ha molti significati...è l'"essenza" e la "linfa") e influisce sullo stato dei dosha.

      Le spezie riscaldanti provocano sensazioni di calore e stimolano la digestione e sono indicate proprio in questa stagione per contrastarne gli effetti. Sappiamo che vata e kapha hanno fra le loro caratteristiche la freddezza e per alleviarla, secondo la teoria degli opposti, abbiamo quindi bisogno di quel calore che ci viene a mancare.

      L'ayurveda ci viene in aiuto con una ricetta per una bevanda che può essere accompagnata ai nostri pasti e che ci infonde un piacevole calore.

      CHURNA RISCALDANTE:
      mezzo cucchiaino di chiodi di garofano
      mezzo cucchiaino di zafferano
      mezzo cucchiaino di cardamomo
      1 cucchiaino di cannella
      2 cucchiaini di curcuma
      2 cucchiaini di zenzero fresco grattuggiato


      Mettere tutto in un mortaio e pestare fino a ridurli in polvere (churna è proprio una miscela di erbe in polvere), poi far bollire il tutto e filtrare. Bere calda. Per una giusta dose: 1 cucchiaio scarso di churna per 250ml d'acqua. La churna che avanza conservatela in un barattolo di vetro al fresco, così vi rimarrà per qualche giorno pronta solo per essere bollita!

      Dal suo profumo aromatico e dal suo sapore pungente questa ottima ricetta, dalla potenza riscaldante, ci nutre nel corpo, nella mente e nello spirito per donarci un sano equilibrio.

      martedì 31 gennaio 2012

      Aspettando Nettuno in pesci...

      E' da qualche tempo, ormai, che l'aria vibra di cambiamento...e, quando ho visto che il pianeta Nettuno stava entrando in Pesci, qualcosa mi è apparso un pò più chiaro. Che i Maya, di cui tanto abbiamo sentito parlare, grandi osservatori e conoscitori del cielo e degli astri volevano dirci proprio questo?

      L'astrologia ci fornisce uno strumento molto preciso sulle posizioni e i movimenti dei corpi celesti e di come questi influiscano sugli eventi umani, collettivi e individuali.
       
      Interessata a questo argomento, ma conoscendo poco di astrologia, ho chiesto ad Andrea Pillitteri, un caro amico ed esperto in materia di raccontarmi un pò cosa poteva significare per noi l'arrivo di nettuno in pesci e così riporto quanto detto:
      " Andrea raccontami un pò dell'arrivo di nettuno?"

      E così il Maestro risponde:
      "Nettuno è uno dei pianeti generazionali che compiono il loro giro intorno alla terra molto lentamente... esattamente 14 anni !
      Il significato di nettuno in astrologia è quello di accompagnatore nel profondo e nel profondo capace di modificare la percezione della realtà tanto da segnarti la coscienza
      Nettuno il 4 febbraio entrerà in pesci dopo 14 anni passati nell'acquario. Entrando in pesci, (secondo le regole dell'astrologia) Nettuno entra nel suo domicilio e diventa più efficace di segnare la coscienza delle persone

      Cosa porterà questo ?
      Sicuramente le evoluzioni si spalmano nei 14 anni anni ma anche pensare da dove siamo arrivati... cioè da nettuno in acquario che non è che sia molto mistico ed entrare nei pesci, locazione in domicilio, può portare a uno salto quantico di coscienza.
      Questo salto di coscienza non arriva senza oggettive esperienze ...quindi mi aspetto eventi sociali, naturali, extraterrestri, spirituali, dal mondo dei morti, ecc, capaci di alterare il senso sociale delle cose a livello mondiale!
      Ovviamente nettuno nella sua operazione di smontare il velo davanti agli occhi non sempre ritiene di operare con le buone maniere o seguire le persone come un bambino inesperto... alcune volte è brusco portando le persone ad esperienze al limite tra la vita e la morte o misificando le più banali e ferree regole della nostra vita.
      Ci si divertirà!"


      ...infiltrandosi a poco a poco con la sua natura acquea nelle fessure, come crepe formatesi sulla superficie della mente... e quanta energia ha l'acqua che in silenzio modella la roccia! 
      Nettuno è il signore e padrone dei moti dell'anima, è l'astro della grande sensibilità, normale e paranormale. Le sue parole chiave sono: dilatazione, espansione, ricettività, passività, fecondità, transfert, oblio, sogno, immaginazione, fantasia, confusione, caos, nebulosità, buio, mistero, genio, precognizione, metamorfosi. 

      « Astra inclinant, non necessitant »
      Gli astri influenzano, ma non costringono
      Tommaso d'Acquino

      Aspettiamo l'arrivo dell'energia di questo grosso pianeta, che ci accompagni nella nostra crescita e restiamo in ascolto di quello che accade fuori e dentro di noi...come nel macrocosmo, così nel microcosmo.
      Pace nel cuore.






      venerdì 13 gennaio 2012

      JALA NETI, una purificazione che cura

      Qualche anno fa, quando iniziai a fare yoga, la mia insegnante mi mostrò una pratica dalla quale ne appresi subito i benefici e, specialmente in questa stagione, dove soffriamo di disturbi da raffreddamento con naso chiuso, catarro, sinusite, tosse e mal di gola possiamo trarne molto giovamento.

      Jala neti è un procedimento mirato alla pulizia e purificazione dei passaggi nasali, fa parte degli shatkarma che, nello yoga, consistono in sei gruppi di pratiche di purificazione ( shat significa "sei" e karma significa "azione")

      Questa pratica viene effettuata facendo passare dell'acqua tiepida attraverso le narici tramite uno strumento chiamato lota.

      L'acqua dev'essere miscelata a del sale rosa o sale integrale nella proporzione di un cucchiaino per mezzo litro d'acqua.
      Ma perchè l'aggiunta del sale? 
      Per assicurare che la presione osmotica dell'acqua sia uguale a quella dei nostri fluidi corporei per ridurre al minimo qualsiasi tipo di irritazione della mucosa.

      Una volta preparata questa soluzione si può iniziare il procedimento in questo modo: 

      stando in posizione eretta sul lavandino, inclinare la testa a destra e appoggiare il beccuccio della lota nella narice sinistra, iniziare a respirare con la bocca e lasciare che l'acqua scorra all'interno del passaggio nasale fino a fuoriuscire dall'altra narice, quando sarà passata circa la metà dell'acqua, togliere il beccuccio, portare la testa al centro, lasciare defluire l'acqua dal naso, eliminare il muco soffiando delicatamente e ripetere dal lato opposto alla stessa maniera. 

      Una volta completato il procedimento soffiarsi il naso e asciugare perfettamente le narici, attappandone una alla volta, e facendo delle espirazioni brevi ma energiche fino a quando non fuoriuscirà più acqua.

      Jala neti dona moltissimi benefici, rimuove il muco e l'inquinamento dai passaggi e dai seni nasali aiutando ad alleviare allergie, raffreddori e sinusiti oltre a vari disturbi di orecchie, occhi e gola.
      Ha un effetto rinfrescante e calmante su infiammazioni dalle adenoidi e delle mucose; inoltre dà una sensazione di leggerezza e freschezza alla testa alleviando l'emicrania. Stimola le varie terminazioni nervose situate nel naso, migliorando le attività del cervello e la salute generale dell'individuo.

      Mi piace parlare e raccontare ciò che provo, per poter esprimere al meglio e in verità i benefici delle varie pratiche e ricette che descrivo...in questi giorni che ho sofferto di raffreddore, dolori alla testa e orecchie "sorde" dati dal muco in eccesso, vi posso assicurare che jala neti, fatto mattina e sera, mi ha aiutato parecchio.

      Ho cacciato via, ayurvedicamente parlando, kapha sottoforma di   muco, con questa pratica, dei buoni decotti di zenzero ed eliminando i latticini dalla mia alimentazione con buoni risultati senza usare mucolitici di sintesi chimica :) QUANTE SODDISFAZIONI!